lunedì 22 dicembre 2014

Maglietta nera

Credo non si sia mai vista una cameriera che, a fine turno, rientrata a casa, getti il giubbino sull'attaccapanni, felice di vederlo sempre planare a terra, in una macchia nera sul pavimento di legno scuro.
Entro pigra in camera, reduce da un tour che..

...Lo dico a te, che ora leggi, ho pianto nel salutarti, anzi, diobono, avrei voluto frignare come una ragazzetta ma non potevo e quindi ho ricacciato le lacrime, tenendo quel peso dentro me: un macigno.

Quindi quando sono entrata nella mia camera e ho vista la tua maglietta messa di traverso sulla cyclette, l'ho afferrata subito, perché avevo bisogno di verificare che esistesse, che non fosse un sogno. 
L'ho annusata, mi sono sniffata del profumo che c'hai lasciato (a proposito, che marca è?).
L'ho indossata per andare a letto a dormire.
Ho dormito beata e pacifica fino alle 8:00 di domenica mattina.

...Lo dico a te, quando il pargolo, seduto al tavolo del McDonald, mi fa "prendiamo e andiamo a mangiare il panino lì da lui (ndr te) così lo salutiamo ancora?"... ho DOVUTO dirgli di no, non ce l'avrei fatta a dirti addio, no cazzo, il nostro è sempre un arrivederci! per la seconda volta nell'arco di pochi minuti.

Quindi mi sono alzata dal letto, ho vagato per casa col collo della maglietta tirata fin sopra la punta del naso, afferrato il pacchetto di siga, mi son messa  a fumare in maniche corte, così.

...Lo dico a te, se non ti avessi, penso che potrei avere paura.



5 commenti:

  1. A 'sto giro salto. Aspetto il prossimo ;)

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  2. Quante volte lo avrò letto? .... Boh, tante.
    T'ho dato uno schiaffetto sul quella guancia umida, non era un rimprovero, era solo per ricordati che quello era solo un "a presto" e non un addio.
    Grazie..... a Noi.

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    1. sì lo so.
      a presto pacchero, a presto..

      alla Nostra ;-)

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  3. Certi addii fanno fottutamente male...

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